• Viaggio in Mongolia in una foto •
Mongolia, luglio 2024
Eccoci qui, nel cuore dei Monti Altai. Il nostro fidato compagno di viaggio, il pulmino UAZ di origine sovietica, ci ha portati ancora una volta attraverso questi paesaggi montuosi e remoti, resistendo a terreni che sembrano impossibili da attraversare. Carico fino all’orlo, è la nostra casa mobile, piena dei nostri bagagli, delle scorte di cibo e, soprattutto, dell’acqua necessaria per affrontare i prossimi sei giorni. Ogni volta ci rendiamo conto di quanto l’acqua sia preziosa in queste terre selvagge e lontane da ogni fonte.
A destra vediamo la yurta dove abbiamo passato la notte, un rifugio semplice e caldo che ci ha accolti, dandoci un assaggio dello stile di vita nomade. A sinistra, il ripiano rialzato, una struttura rudimentale ma efficace, dove i pastori locali fanno riposare e asciugare il formaggio, una delle loro risorse per affrontare l’inverno, frutto del loro lavoro e del loro rapporto con la natura.
Nel mezzo, il nostro autista, stanco ma soddisfatto, si prende un meritato riposo. Senza che glielo chiedessimo, si è disteso sotto il pulmino, un gesto che racchiude tutta la naturalezza di questo viaggio. La scena è diventata perfettamente bilanciata, come se tutto si fosse allineato da solo: la vita nomade, il nostro percorso e il paesaggio che ci abbraccia.
Siamo qui, testimoni e partecipi di una vita che scorre lontano dal frastuono e dalle frenesie, immersi in una Mongolia che ci insegna ogni giorno la bellezza della semplicità e della sopravvivenza.