• La tavolozza del fotografo •
Banco del decoratore, Medina di Fes, Marocco - agosto 2017
Anche l'ultimo dei pittori, il più semplice degli artigiani, persino il più banale degli imbianchini ha a disposizione qualcosa che sta nelle mie fantasie di fotografo, qualcosa lascierebbe davvero libero sfogo alla mia creatività.
Cerco nel colore qualcosa che abbia una vita propria, che non sia semplicemente la decorazione di un oggetto o il risultato ottico di un raggio di sole. Non voglio che sia legato a qualcosa di fisico o limitato da un bordo, un cambio di materiale o da una diversa struttura del substrato.
Cerco nel colore qualcosa che abbia una vita propria, che non sia semplicemente la decorazione di un oggetto o il risultato ottico di un raggio di sole. Non voglio che sia legato a qualcosa di fisico o limitato da un bordo, un cambio di materiale o da una diversa struttura del substrato.
Nella pittura é il colore che dà forma all'oggetto, non il contrario; non conta il materiale che ci sta sotto e anche quando la base cambia nella composizione, il colore può essere trasversale. La stessa striscia di colore, per esempio, può decorare la tela, ma anche la cornice di legno e persino il muro a fianco del quadro; l'artigiano può dipingere con tonalità simili oggetti vicini tra loro; l'imbianchino può pitturare con la stessa tinta tratti di muro, angoli o basi di pilastri.
In fotografia non ho tutta questa libertà, devo adeguarmi ai vincoli della fisicità circostante, rassegnarmi al fatto che il colore rimane legato all'oggetto.
Forse però così la sfida è ancora più stimolante in quanto bisogna cercare di vedere la realtà su piani differenti, di cogliere la fisionomia del colore distaccata dal contesto. È un po' come quando ci sono quei giochi ottici fatti da un'immagine con tantissimi piccoli disegni ripetuti che apparentemente non hanno alcun significato, ma se provi a concentrare la vista su un punto focale differente (banalmente fare gli occhi storti) ecco che improvvisamente, come per magia, appare in rilievo la figura nascosta.
È quello, per esempio, che ho cercato di fare in questa foto dove il blu non è semplicemente la tinta del muro, bensì diventa il protagonista dell'immagine insieme ad altri dettagli con la stessa tonalità.
Forse però così la sfida è ancora più stimolante in quanto bisogna cercare di vedere la realtà su piani differenti, di cogliere la fisionomia del colore distaccata dal contesto. È un po' come quando ci sono quei giochi ottici fatti da un'immagine con tantissimi piccoli disegni ripetuti che apparentemente non hanno alcun significato, ma se provi a concentrare la vista su un punto focale differente (banalmente fare gli occhi storti) ecco che improvvisamente, come per magia, appare in rilievo la figura nascosta.
È quello, per esempio, che ho cercato di fare in questa foto dove il blu non è semplicemente la tinta del muro, bensì diventa il protagonista dell'immagine insieme ad altri dettagli con la stessa tonalità.
