• Il balletto •

Francesco Bertotti - Il balletto tra uomini e immagini

Lisbona, 24 agosto 1992

Una delle mie foto riuscite meglio, quindi cui sono più affezionato, e mi ha dato più soddisfazione considerando che è stata fatta in era analogica ovvero, "buona la prima", una sola possibilità per cogliere la posizione e il taglio giusto.

Il contrasto tra il rosa chiaro delle esili gambe delle ballerine dipinte sullo sfondo e il nero profondo della pelle dei ragazzi di colore va ben oltre un confronto razziale, qui ci sono solo colori, forme ed esseri umani.
Finte e statiche le immagini sul muro, ma al tempo stesso con un tocco di umanità negli strappi che le rendono comunque un po' vissute e segnate dal tempo come il normale decadimento della reale bellezza umana.
Forti e dinamiche le posizioni degli uomini in primo piano congelati in un confronto e uno scambio di opinioni con la possibilità dello spettatore di immaginarsi il contenuto e il contesto a proprio piacimento.

Ma il dettaglio più accattivante e seducente è la posizione delle gambe: tutte uguali quelle finte, tutte diverse quelle vere.    Di profilo e unite, l'attesa; larghe e ben piantate, la decisione; leggermente flesse e aperte, la riflessione; incrociate con un piede in punta, l'affabilità; una avanti e una dietro, l'incertezza.

Dietro invece tutte assolutamente identiche, leggermente inclinate nell'atto di accennare una passo di danza in un balletto in cui sono solo di contorno rispetto ai veri protagonisti in primo piano.

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