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• Bianco, nero e realtà •

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  Dubai, ottobre 2019 Lo ammetto subito, a costo di andare un po' controcorrente: non sono un grande amante del bianco e nero. Spesso lo trovo un’eccessiva forzatura della realtà che, piaccia o no, nella maggior parte dei casi, è fatta anche di colori. Sarò ancora più schietto, rischiando di perdere qualche consenso tra i puristi: tendo a pensare che il bianco e nero sia, a volte, una facile scorciatoia. È innegabile che togliere la saturazione conferisca quasi automaticamente alle immagini un tono più "sofisticato" e professionale, spesso a prescindere dalla reale qualità del contenuto. Creare una bella immagine a colori è una sfida complessa: bisogna bilanciare linee, profondità, forme, contenuti e gestire le infinite varianti cromatiche in un perfetto equilibrio. Convertendo tutto in scala di grigi, ti liberi di quest'ultima, enorme variabile. Per questo, a volte, mi sembra la via più semplice per mascherare una foto mediocre. Eppure, ci sono le eccezioni. Ci sono ...

• Linee, orizzonti e l'unica curva perfetta •

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Ko Kradan, Thailandia, inverno 2029 Osservo il paesaggio che ho davanti e, quasi senza volerlo, la mia mente inizia a scomporre la bellezza in geometria. In fondo, tutto ciò che vediamo può essere ridotto a tre tipi di linee: le spezzate, le rette e le curve. Le linee spezzate sono le dominatrici del caos naturale. Sono ovunque, frequenti e irregolari. Le vedo chiaramente guardando laggiù, verso le isole che interrompono l'azzurro: il loro profilo è una linea spezzata, nervosa e imprevedibile. È la stessa geometria che trovo nel contorno di un bosco di pini, nelle crepe di una roccia arsa dal sole, nel fulmine che spacca il cielo durante un temporale o nella costa frastagliata che si intravede a destra. È la firma della natura selvaggia. Poi ci sono le linee rette, più rare, quasi autoritarie nella loro precisione. Qui ne ho l'esempio supremo: l'orizzonte. Quella linea netta, tesa all'infinito, che divide il blu scuro del mare profondo dal celeste del cielo. In natura l...

• Il comitato di saluti •

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  Messico, agosto 2025 È il momento dell'ultimo sguardo prima di lasciare Isla Mujeres e tornare in Italia. Proprio ora, mentre sono pronto a prendere il taxi, il Messico ha deciso di regalarmi un ultimo istante di perfetta astrazione. Sono qui, sospeso tra l'imminente partenza e questo orizzonte piatto, e sembra che qualcuno abbia organizzato una cerimonia di addio silenziosa e geometrica. Davanti a me, sul bordo turchese che separa la piscina dal mare, cinque gabbiani si sono presentati all'appuntamento. Sembra proprio che non siano arrivati a caso; si sono disposti ordinatamente, quasi in riga per un’ispezione finale o per un saluto formale. Hanno trasformato un semplice muretto di piastrelle in un palco d'onore. L’elemento grafico domina su tutto: c’è poca informazione, potrebbe essere in tante altre parti del mondo, solo linee rette e campiture di colore piatto. Il beige della pietra, il verde acqua della vasca, il blu profondo dell'oceano. Eppure, in questo mi...

• Il molo che racconta l’Atlantico •

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  Isole azzorre, agosto 2018 Sono a Horta, sull’isola di Faial, nel cuore delle Azzorre. Cammino sul molo e guardo il cielo che cambia colore sopra l’oceano. Davanti a me ci sono muri pieni di disegni, macchie di colore lasciate da chi è passato di qui prima di me. Ogni barca che arriva ne lascia uno: è una tradizione antica, quasi un rito. I marinai dipingono il nome dell’equipaggio, la loro rotta, un simbolo che li rappresenta. Dicono che porti fortuna per il viaggio che li aspetta, e mentre li guardo capisco perché: è come lasciare un pezzo di sé in questo porto sospeso in mezzo all’Atlantico. Horta, per secoli, è una tappa importante per chi attraversa l’oceano tra l’Europa e l’America. Le navi di una volta si fermavano qui per riposare, fare rifornimento e sistemare ciò che il mare aveva rovinato. Era un porto sicuro in mezzo al blu infinito, e ancora oggi si sente questa energia di passaggi, incontri e nuove partenze. Guardo l’uomo seduto sul muretto, con la bandiera scura ch...

• Mani e fuoco •

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  Messico, agosto 2025 Sono a Zinacantán, un piccolo villaggio nella regione degli Altos del Chiapas, in Messico, immerso in un ambiente montuoso e ricco di tradizioni. Il nome Zinacantán viene dal náhuatl e si può tradurre come “luogo di murciélaghi”. La popolazione è in gran parte di origine indigena tzotzil e conserva una forte identità culturale, sia nei tessuti ricamati delle donne che nelle pratiche quotidiane. Nel contesto della foto sono entrato in una casa-negozio dove le donne espongono i loro manufatti: tessuti ricamati, borse, artigianato locale. Accanto, nella stanza attigua, si preparano gallette di mais – tortillitas o tortillas – cotte su una piastra di argilla (comal), che al fuoco prendono colore, si gonfiano, si fanno calde, pronte per essere farcite. Per farcire queste gallette, ci offrono ripieni semplici come fagioli neri, formaggio fresco e dei pezzetti di carne grigliata. Le due donne ovviamente fanno questa cosa per i turisti, però in realtà i gesti, i modi...

• Autentico o turistico? •

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Petra, maggio 2022 Siamo all’ingresso di Petra. Si attraversa una gola lunga circa un chilometro che, dopo diverse curve, conduce alla piazza principale dell’antica città. All’improvviso ci si trova davanti al suo simbolo più celebre: il cosiddetto Tesoro, patrimonio UNESCO. La maggior parte dei visitatori, negli ultimi decine di metri, rallenta la camminata o per godersi l’emozione della scoperta: passo dopo passo, la facciata del Tesoro si rivela sempre di più. Man mano che ci si avvicina, gli sguardi si alzano, e con essi inevitabilmente spuntano i cellulari e le macchine fotografiche, pronte a catturare l’immagine che si svela lentamente davanti agli occhi. È un’immagine turistica? È una scena rovinata dalla tecnologia moderna? Forse qualcuno potrebbe pensare che la vera essenza di Petra stia nella foto “pulita”, senza turisti, essenziale, lineare, dove nulla disturba la magia del luogo. Ma è davvero così? In realtà, Petra era una città di circa 40.000 abitanti: enorme per i parame...

• Pioggia, pettegolezzi e devozione •

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  Slovacchia, estate 2014 Chiesa nella Slovacchia minore, paese di Spišský Štvrtok. Siamo nel cuore della regione di Spiš, lontano dai flussi turistici, dove nessuno parla inglese e solo qualche anziano si si ricorda qualche parola in russo, ricordo dei tempi dell’URSS. La chiesa, però, è importante: si tratta della Chiesa di San Ladislao (Kostol sv. Ladislava), uno degli edifici religiosi più antichi della regione. Costruita nel XIII secolo in stile gotico primitivo, conserva ancora oggi elementi romanici e gotici originali. Fu ampliata nel tempo e oggi rappresenta un raro esempio di architettura ecclesiastica medievale della Slovacchia orientale, inserita in un contesto rurale che sembra sospeso nel tempo. Intorno a questo antico e imponente edificio, la vita quotidiana di un piccolo paese scorre semplice. Le signore del posto si comportano come tutte le donne di paese del mondo: dopo la funzione o una visita alla chiesa, vestite a festa con cura e dignità, si fermano sotto la ...

• Un selfie al fontanone •

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  Roma. estate 2021 Sul Gianicolo, in un pomeriggio di tarda estate, mi sono trovato davanti a una scena inattesa. La Fontana dell’Acqua Paola – il Fontanone , come lo chiamano i romani – era lì, imponente come sempre, con le sue cascate d’acqua che sembrano non esaurirsi mai. Ma ciò che ha catturato il mio sguardo non è stato il marmo né la storia che si respira in ogni pietra. Sono state due suore. Una sedeva tranquilla sul muretto, in posa rilassata, con un mezzo sorriso appena accennato. L’altra, in piedi, con la veste leggermente sollevata dal vento, le scattava una foto con lo smartphone. Nessuna solennità, nessuna rigida compostezza. Solo un momento tra due persone che, oltre a condividere un abito, condividono probabilmente molto di più: la fede, la quotidianità, la vita. Mi ha colpito la naturalezza della scena, il suo essere insieme ordinaria e straordinaria. Perché spesso – forse troppo spesso – immaginiamo le suore come figure austere, distanti, quasi fuori dal tem...

• Fotografare l’esperienza, non solo il luogo •

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  Islanda, estate 2019 La tentazione, in viaggio, è spesso quella di scattare una foto “pulita”, priva di turisti, come se il luogo potesse esistere in uno stato di natura incontaminato, sospeso nel tempo. Una visione idealizzata, quasi da cartolina. Ma questo desiderio di purezza visiva rischia di diventare un'estremizzazione: ci si avvicina alla fotografia naturalistica professionale, quella che richiede tempo, pazienza, attrezzature e spesso l’esclusione volontaria dell’elemento umano. La fotografia di viaggio, invece, racconta un’esperienza vissuta. E in quell’esperienza il turista — l’altro ma anche noi stessi — è parte integrante del paesaggio. Fotografarlo non è un errore, ma un atto narrativo. Come in questa immagine: il vapore avvolge tutto, le sagome diventano evanescenti, quasi spettrali. Il confine tra soggetto e sfondo si dissolve. Il risultato è un’immagine dove l’elemento umano non disturba, ma anzi amplifica la magia del luogo. C’è movimento, atmosfera, trasp...

• Un bosco di vetro al tramonto •

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  Aeroporto Charles de Gaulle - Novembre 2021 Mi trovo all’aeroporto Charles de Gaulle, in partenza per un viaggio alle Isole Réunion. È novembre 2021, ancora in piena epoca COVID, e questa meta — francese ma lontana, nell’Oceano Indiano — è una delle poche facilmente raggiungibili. La luce del tardo pomeriggio attraversa le grandi vetrate dell’aeroporto e trasforma lo spazio in qualcosa di surreale. Sembra quasi di essere in un bosco al tramonto. Le colonne verticali richiamano i tronchi dei pini: alti, slanciati verso l’alto, sembrano lasciar filtrare i raggi obliqui del sole come tra i rami. La luce è rarefatta, dorata, e disegna ombre lunghe sul pavimento lucido. Qualche viaggiatore si muove lentamente, zaino in spalla, come un escursionista che attraversa un paesaggio silenzioso e inesplorato. Qua e là, panchine e cartelli interrompono la linearità, come cespugli che rompono la simmetria del sottobosco. In questo spazio sospeso tra il viaggio e l’attesa, la natura e l’a...