• Un bosco di vetro al tramonto •
Aeroporto Charles de Gaulle - Novembre 2021
Mi trovo all’aeroporto Charles de Gaulle, in partenza per un viaggio alle Isole Réunion. È novembre 2021, ancora in piena epoca COVID, e questa meta — francese ma lontana, nell’Oceano Indiano — è una delle poche facilmente raggiungibili.
La luce del tardo pomeriggio attraversa le grandi vetrate dell’aeroporto e trasforma lo spazio in qualcosa di surreale. Sembra quasi di essere in un bosco al tramonto. Le colonne verticali richiamano i tronchi dei pini: alti, slanciati verso l’alto, sembrano lasciar filtrare i raggi obliqui del sole come tra i rami. La luce è rarefatta, dorata, e disegna ombre lunghe sul pavimento lucido.
Qualche viaggiatore si muove lentamente, zaino in spalla, come un escursionista che attraversa un paesaggio silenzioso e inesplorato. Qua e là, panchine e cartelli interrompono la linearità, come cespugli che rompono la simmetria del sottobosco. In questo spazio sospeso tra il viaggio e l’attesa, la natura e l’architettura sembrano fondersi per un attimo.