• Il sistema economico dei pescatori di Kayar •
Marzo 2016, Kayar, Senegal
Ci sono più di mille piroghe sulla spiaggia ad attendere il proprio turno per uscire in mare a caccia di quel poco pesce che i grandi pescherecci russi e di altre nazioni lontane pescano al largo della spiagge da Kayar. La barca di solito è di proprietà di un capofamiglia che la gestisce insieme a parenti vari; ci sono 4-5 uomini a bordo e appena si avvicina a riva, una decina di ragazzi adeguatamente attrezzati, accorrono per prendere le ceste di pesce e portarle ai compratori, li dietro, pronti con i camion frigo. Centinaia di donne stanno lavorando il pesce, o sono pronte a farlo, lasciandoli poi seccare al sole su una fila sterminata di graticci in condizioni di pulizia piuttosto precarie.
Fin qui la descrizione oggettiva di quello che mi succede attorno, con il precario aiuto della guida e di un compagno di viaggio che parla francese.
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A questo punto, inevitabilmente, viene fuori l'economista che c'è in me e comincio a farmi un po' di domande. Ma una volta che i ragazzi portano via il pesce, come si fa a sapere chi lo ha pescato? Come si dividono l'incasso tra i presenti sulla barca? A chi danno i soldi i commercianti? E non è un po' imprudente lasciare tutto quel pesce sotto il sole sostanzialmente incustodito? Ecc ecc
Con il mio traduttore, provo a porre queste domande al ragazzo del posto che ci accompagna, ma anche dopo molti tentativi non riesco a venirne a capo; lui continua a ripetere la descrizione dei vari passaggi senza farmi capire il flusso dei soldi.
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Sono un po' frustrato, mi rimane ancora questo dubbio, ma almeno una conclusione è molto probabile: il mio modo di ragionare, il mio punto di vista dell'economia occidentale, qui risulta incomprensibile tanto da non venire colto il senso delle domande. Loro evidentemente hanno un modello completamente diverso che ritengono scontato e senza alternative e tutto sommato ben funzionante da tempo: forse il tutto si basa su una fiducia completa tra le persone che solo così possono muovere una macchina complessa che coinvolge senza coordinamento dall'alto migliaia di persone. Quella fiducia che nel nostro mondo economico è sostituita da controlli, ricevute, rendiconti e leggi, e che forse ci permette di gestire un sistema più complesso, ma oramai sfugge alla visibilità e al coinvolgimento della maggior parte delle persone che lo sentono lontano ed estraneo.