• Chiese ortodosse, dentro •




Albania, luglio 2016

Le chiese ortodosse visitate in questo viaggio con Avventure nel Mondo, hanno degli interni che sono spesso in aperto contrasto tra di loro.
Molto sono estremante decorate, non viene lasciato alcuno spazio libero, ogni angolo di muro o intarsio ligneo viene dipinto e decorato in modo da non lasciare alcun vuoto.
Si ha quasi un senso di oppressione, di claustrofobia tanti sono gli stimoli e i particolari che attirano la tua attenzione.    E' significativo come solo una foto panoramica può restituire l'atmosfera di questo ambiente nel suo complesso quasi che l'occhio dell'essere umano non sia in grado di racchiudere tutta la visione in un solo sguardo.





Poi ce ne sono altre completamente diverse, di solito meno accessibili, bisogna arrampicarsi lungo un'impervia scalinata intagliata nella ripida scogliera che delimita una grande lago oppure è necessario esplorare i vicoli del centro storico di una cittadina minore persa tra i monti interni al paese.
Qui la nuda pietra la fa da padrona, sassi di varie forme e dimensioni creano una decorazione involontaria degli interni su cui spiccano degli elementi che sono ancora più evidenti in queste condizioni
Il pregevole mosaico di una santo barbuto con sguardo interrogativo aspettando una risposta che non arriverà mai e illuminato da cento sofferenti candele immerse nella cera frutto di tutti gli atti devozione precedenti.
Qui c'è più spazio per la riflessione, per il proprio pensiero, non tanto, o soltanto, per l'aspetto religioso in se stesso, quanto per cercare di capire, comunque inutilmente dal punto di vista razionale, il motivo che spinge tante persone a fare tutto ciò. Non si sono motivi.  E' fede.




Gli angoli bui sono illuminati in maniera improvvisa e frammentaria da luci interne ed esterne e rivelano la presenza dell'uomo con tutto il suo carico di sentimenti, dolori e passioni che lo ha portato a visitare questo luogo in cerca di condivisione e conforto.
Questa spinta è talmente forte che, pure essendo persone assolutamente sconosciute e lontane, anche solo un briciolo di quelle emozioni che passa al visitatore, fa venire un brivido alla schiena.










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