• Le ombre e le sfinge •
Egitto, gennaio 2024
Davanti alla maestosa Sfinge, una folla di persone si agita, provenienti da ogni angolo del mondo, desiderose di immortalare con un altro scatto la loro disperata ricerca di un'immagine particolare. Si allungano le braccia per evitare di catturare gli altri fotografi, in una danza frenetica di click e pose.
Ma è davvero necessario eliminare completamente l'elemento umano dalla foto? Dopotutto, questo è un viaggio e la presenza di altri turisti è una parte intrinseca del paesaggio in questo contesto. Le loro ombre, lunghe e sinuose, rappresentano simbolicamente la presenza umana, teste e mani protese che svelano ciò che accade sopra di loro, a pochi metri di distanza.
In fondo, gli antichi egizi costruirono questa meraviglia per attirare l'attenzione e l'ammirazione, e questo intento è ancora pienamente realizzato oggi. Ecco perché, nonostante i tentativi di catturare la perfezione senza interferenze, la presenza umana rimane un elemento imprescindibile di questa esperienza.
E così, con un piccolo trucco, ho optato per una panoramica verticale, poiché neppure il formato verticale del cellulare poteva catturare appieno l'ampia grandiosità che si estendeva dal basso verso l'alto.

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